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Immagine del redattoreValentina Colombo

IKIGAI: TROVARE GIOIA ATTRAVERSO UNO SCOPO



Sono su un volo di rientro dal mio secondo viaggio in Giappone, un paese fantastico, così incredibile che inizio a pensare si trovi in una sorta di multiverso tipo Marvel, solo che al posto di cattivi e supereroi ci sono gatti grassocci e animaletti paffosi.


Guardando fuori dal finestrino vedo solo una fievole luce rossa che lampeggia sull'ala e mi aspetto che da un momento all'altro appaia una luce di un qualche portale in stile Dr Strange che mi riporterà nella cara vecchia Europa.


Non riuscendo a dormire e non essendo per nulla interessata alle slide della presentazione per la Mitsubishi a cui il tizio seduto davanti a me sta lavorando (la segretezza aziendale prima di tutto), mi ritrovo a fare alcune considerazioni sulle scelte che negli ultimi anni mi hanno portata a intraprendere un nuovo percorso di studi e diventare Sport Therapist.



Siamo le scelte che facciamo

Le scelte che ognuno di noi compie influenzano tutta la nostra vita: si tratta di un concetto importante, ma allo stesso tempo difficile da accettare, perché significa assumersi le responsabilità delle proprie scelte.


Una volta si parlava di discussioni da bar, oggi basta aprire i social per rendersi conto di quanto sia molto più facile incolpare gli altri per il proprio destino: politiche di governo, stipendio troppo basso, colleghi che remano contro... Sono esempi generici, ma volendo entrare nello specifico del mio lavoro succede lo stesso quando i clienti non seguono il programma di riabilitazione o saltano gli allenamenti perché "mi hanno dato una task da completare al lavoro", “pioveva e faceva freddo”, "c'era lo sciopero dei mezzi", "mi si è rotta la bicicletta e non sono potuto andare in palestra". Tutte motivazioni assolutamente rispettabili e che effettivamente determinano le circostanze in cui ci troviamo, ma che non determinano le nostre scelte. Siamo noi infatti a scegliere come reagire a queste circostanze, che ci vengono in un certo senso imposte da fattori sociali/ambientali, e a disegnare la nostra vita.


Ed è qui che le mie considerazioni fanno capolino, su ciò che i giapponesi chiamano Ikigai.



Ikigai e il proprio scopo

Ikigai è un concetto astratto, non si può vedere o toccare, lo si vive. La parola giapponese Ikigai deriva dal termine "iki", vita, e "gai", ragione. Per i giapponesi l'Ikigai è ciò che ti dà la forza di alzarti ogni mattina e andare avanti nonostante le difficoltà della vita, significa "trovare gioia attraverso lo scopo".


Dopo 10 ore di volo e circa altre 5 ancora da fare, non sono certo qui a chiedermi quale sia lo scopo di tutta la mia vita, ma dovendo tornare al lavoro tra un paio di giorni alcune domande sulle scelte lavorative intraprese e su come stanno andando le cose me le pongo:

  • "Sono abbastanza brava nel mio lavoro?

  • Ho le conoscenze che mi servono per fare bene il mio lavoro?

  • Come posso migliorare?

  • Come posso sfruttare al meglio l'attività fisica e la terapia manuale per aiutare i miei clienti a raggiungere il LORO scopo?"


Mi chiedo ciò perché le scelte prese negli ultimi anni hanno definito quelle che oggi sono le mie competenze professionali e ogni giorno influenzano il percorso intrapreso dai miei clienti verso la realizzazione dei loro obiettivi. Il loro scopo è raggiungere un obiettivo, il mio è fare in modo che ciò avvenga in sicurezza e in maniera efficiente così che gli obiettivi raggiunti possano essere mantenuti nel tempo, quindi anche alla fine del nostro percorso insieme.

Ho risposte a tutte queste domande? Solo in parte. Una cosa però la so: sono molto felice del lavoro che faccio, ho trovato il mio Ikigai professionale.


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