In un precedente articolo ho parlato di come l'attività fisica sia un toccasana non solo per le persone in salute, ma anche per chi soffre di diabete mellito. Nei prossimi paragrafi ti parlerò di allenamento e diabete di Tipo 2, che, a differenza del diabete di Tipo 1, può essere asintomaitco e si presenta per la concomitanza di fattori genetici e ambientali. Questi fattori causano un'alterazione della secrezione di insulina e del metabolismo dei grassi con conseguente insulino-resistenza.
Presentazione e complicanze del diabete di Tipo 2
Secondo le più recenti statische un adulto su dodici nel mondo soffre di diabete di Tipo 2.
Tra i sintomi più comuni rilevati nei soggetti diabetici di tipo 2 i più frequenti sono:
sete eccessiva (polidipsia)
aumento quantità e frequenza della minzione (poliuria)
perdita di peso
letargia
infezioni (soprattutto fungine)
visione offuscata
Tra le complicanze invece vengono riportate:
danni alla retina degli occhi (retinopatia diabetica)
complicanze cardiovascolari (arteriopatia periferica)
malattie ai reni (nefropatia diabetica)
disturbi neurologici
disfunzione erettile
cardiopatia ischemica
Fortunatamente grazie alla medicina moderna e a un cambiamento nello stile di vita il diabete di Tipo 2 può essere gestito in modo tale da permettere a chi ne soffre di condurre una vita pressoché normale. In base alla situazione personale dell'individuo, il medico deciderà se sia necessario prescrivere medicinali antidiabetici per via orale o insulina. Tuttavia, la gestione del soggetto diabetico comincia dalla tavola, con la prescrizione da parte di un nutrizionista o dietologo di un piano alimentare personalizzato.
Insieme al cambiamento delle abitudine alimentari, l'introduzione dell'attività fisica è un'arma molto potente per la gestione del diabete. Infatti, la sedentarietà è stata riconosciuta dalla comunità scientifica come il maggior fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di Tipo 2. È stato stimato che la sola introduzione dell'attività fisica nella nostra quotidianità può ridurre il rischio relativo di sviluppare il diabete di Tipo 2 del 40-60%. Si tratta di una diminuzione del 6% del rischio per ogni 500 calorie bruciate!
Il ruolo dell'attività fisica nella gestione del diabete di Tipo 2
A differenza del diabete di Tipo 1, nel diabete di tipo 2 non vi è ipoinsulinemia assoluta, ma relativa, pertanto è improbabile che l'esercizio fisico provochi uno scompenso metabolico.
L'iperinsulinemia invece è solitamente una conseguenza della resistenza all'insulina e scompare quando la sensibilità all'insulina migliora (ciò però non si verifica se l'iperinsulinemia si presenta in seguito all'utilizzo di farmaci).
Precauzioni
Prima di iniziare un regolare programma di allenamento è essenziale che il diabetico di Tipo 2 si sottoponga a una visita medica preliminare per valutare le sue condizioni di salute e ottenere l'idoneità all'attività fisica.
Una volta ottenuto il consenso del medico, in caso di terapia farmacologica, il soggetto diabetico dovrà essere molto diligente nell'eseguire l'automonitoraggio dei livelli glicemici nel sangue. Se durante il monitoraggio la glicemia supera i 250mg/dl o è presente chetonuria, ti consiglio di evitare di allenarti.
Modalità di allenamento
Un programma di allenamento che preveda la combinazione di attività aerobiche in cui non sia richiesto uno sforzo superiore al 50-60% del VO2Max (massimo consumo di ossigeno) o 50-70% della FcMax (frequenza cardiaca massima) e attività contro resistenze (sollevamento pesi) è la scelta migliore nella lotta al diabete di Tipo 2. Pensa che una singola sessione di allenamento promuove la sintesi di glucosio, mentre tante sessioni svolte in un costante arco di tempo migliorano anche la funzionalità dei mitocondri e la biogenesi, la produzione di GLUT4 (un trasportatore del glucosio) e la sovraregolazione dei geni metabolici!
Per ottenere il massimo da ogni allenamento ti consiglio di eseguire dalle 3 alle 5 sessioni settimanali della durata di 30-60 minuti di lavoro reale, cioè escludendo la fase di riscaldamento e defaticamento.
Allenamento in presenza di complicanze
All'inizio di questo articolo, ho menzionato le complicanze che possono colpire chi soffre di diabete di Tipo 2. Quando si pianifica un programma di allenamento, queste patologie non possono essere ignorate e le dovute accortezze devono essere prese.
Cardiopatia ischemica
L'attività fisica che causa dolore toracico o un rapido aumento della battito cardiaco dovrebbe essere evitata a favore di attività a bassa o moderata intensità (40% del Vo2Max o 50% della FcMax).
Neuropatia
La neuropatia può essere classificata come periferica (danni ai nervi periferici) o autonomica (danni ai nervi che controllano le funzioni automatiche del corpo).
In caso di neuropatia periferica, l'esercizio aerobico regolare può rallentarne la progressione. Gli esercizi consigliati prevedono attività in assenza di carico come ciclismo o nuoto al fine di evitare traumi ai piedi.
Nella neuropatia autonomica si prediligono esercizi leggeri e attività aerobiche, ma è essenziale prestare attenzione alle condizioni ambientali (temperatura) e mantenersi ben idratati.
Retinopatia diabetica
Attività che provocano un aumento della pressione sanguigna (e.g. il sollevamento pesi ad alta intensità), o in cui è richiesta la manovra di Valsalva, o attività che implicano il contatto fisico con il rischio di subire colpi o scuotimenti bruschi (e.g. sport da combattimento), dovrebbero essere evitate a favore di un'attività fisica a intensità moderata.
Nefropatia diabetica
Come nel caso della cardiopatia ischemica, anche per la nefropatia diabetica si consiglia solo l'esercizio fisico di moderata intensità.
Le migliori armi contro il diabete di Tipo 2
Una regolare attività fisica promuove la sintesi del glucosio nei muscoli sia durante che dopo l'esercizio, riequilibra la produzione di glucosio nel fegato e favorisce l'utilizzo dei carboidrati come fonte di energia migliorando la sensibilità insulinica indipendentemente dalla perdita di peso e dalla dieta. Tutti questi fattori favoriscono una riduzione dei livelli di glicemia, del colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e dei trigliceridi, e un aumento del colesterolo HDL (colesterolo buono).
L'esercizio fisico è uno strumento terapeutico potentissimo e insieme a una corretta alimentazione sono le armi migliori per combattere la patogenesi delle malattie e i fattori di rischio cardiovascolare legati al diabete.
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