Solo i più forti sopravvivranno, i deboli moriranno, è la legge della giungla, non c'è spazio per i deboli!
Non ci credi realmente, vero?
Nel 1963 il Professor Leon C. Megginson nel suo libro “Lessons from Europe for American Business” scrive: “Secondo l’Origine delle Specie di Darwin, non è la più intelligente delle specie a sopravvivere; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova.”
Come poter sopravvivere in un ambiente in continua evoluzione quando il tuo corpo non è riuscito a stare al passo e si è lasciato andare a una vita sregolata?
Ciò che non ti aspetti
Un giorno, di punto in bianco, ti rendi conto di vivere in un corpo che non senti più tuo. Quasi non ci credi che quando arrivi all'ultimo gradino della scalinata ti manca il fiato e senti il cuore in gola. Giochi una partita di calcetto con gli amici e le gambe non ti reggono. Eppure fino a soli 5 anni fa correvi, saltavi e il giorno dopo era tutto normale, come se niente fosse.
No, non è l'età che avanza, c'è un problema ed è arrivato il momento di prendere coscienza e affrontarlo. Preso dagli impegni della vita di tutti i giorni, vuoi per senso del dovere verso la famiglia, vuoi per la pressione del successo a tutti i costi che la società troppo spesso ci impone, ti sei messo da parte, hai smesso di prenderti cura di te e ora la vita inizia a presentarti il conto.
Non te ne accorgi subito, perché all'inizio è un processo molto lento, appena appena percepibile. Comincia con un po' di debolezza, qualche difficoltà a svolgere alcuni compiti quotidiani con la stessa efficienza di prima, ma niente di preoccupante. La maggior parte delle volte pensi che sia solo un po' di stanchezza: sei stato molto occupato negli ultimi mesi tra casa, lavoro, famiglia, amici. Ci sta che tu non ti senta al top della forma.
A un certo punto, però, percepisci che qualcosa non va e sai che devi apportare dei cambiamenti al tuo stile di vita. Ti dici cose del tipo "da lunedì vado in palestra, mangio sano e limito l'alcool", ma alla fine c'è sempre un motivo per cui continui a rimandare: l'appuntamento di lavoro, la cena con i parenti, il compleanno dell'amico.
Così iniziano i primi doloretti che "ma sì, passerà, come è arrivato se ne andrà". Solo che quel doloretto non se ne va, rimane lì, sordo, e col passare del tempo, senza che te ne accorgi, cominci a non muoverti più come prima, cammini mettendo il peso maggiormente su un lato del corpo piuttosto che l'altro, il braccio ogni tanto intorpidito, la schiena rigida, magari zoppichi un po' perché hai un fastidio al ginocchio o, peggio ancora, rimani bloccato con la schiena e devi stare a letto per giorni.
Tutto ciò senza che tu abbia fatto nulla e non capisci come sia potuto succedere: non hai avuto un incidente, non ci sono state cadute, non hai sbattuto da nessuna parte.
La dura verità
Il problema sta proprio nel non fare niente.
Hai presente quando ti dicono "se non sai cosa fare aspetta e la soluzione salterà fuori?" Beh, non è questo il caso, quando si tratta di salute e benessere aspettare nella maggior parte dei casi non è una grande idea. Inizia così il giro dei dottori, la prenotazione degli esami strumentali, l'assunzione degli antidolorifici, quando in fin dei conti sarebbe bastato prendersi un po' più cura di sé, dire qualche "no" ogni tanto, oserei pure un "essere stati un po' egoisti" (in senso buono), AMARSI di più.
Sentirselo dire fa male, sai che è vero, ma molto probabilmente fatichi ad ammetterlo. Nel profondo sappiamo che quando riusciamo a fare e dare tanto, abbiamo fatto la nostra parte dedicando noi stessi agli altri e nessuno può venire a dirci nulla, anche se, purtroppo, questo significa sacrificare il nostro benessere. Sì, perché l'opinione (forse sarebbe più corretto dire l'"accettazione") degli altri conta e ci fa stare bene, ci fa sentire amati, quello stesso amore che vorremmo dare a noi stessi, ma senza riuscirci.
Ti trovi così in questa situazione in cui le visite mediche e gli esami strumentali non hanno rilevato nulla di preoccupante e il medico ti dice "faccia attività fisica e mangi meglio". Tu capisci quello che ti sta dicendo, ma non hai idea di come fare, da dove cominciare, non sai proprio come uscirne.
La verità, nuda e cruda, è che purtroppo nel 90% dei casi da solo non ne esci, semplicemente perché sei ancora la stessa persona che quel problema l'ha creato.
<<Non è possibile risolvere un problema con lo stesso livello di pensiero che sta creando il problema.>> A. Einstein
Come fare allora per cambiare le cose? Il primo passo è "fare il primo passo". Ritagliati del tempo ogni giorno per uscire a fare una passeggiata, scegli di fare le scale piuttosto che prendere l'ascensore, parcheggia l'auto un po' più lontano e fai un pezzo di strada a piedi. Cerca di mangiare meglio e limita l'alcool almeno nei giorni feriali dove è meno probabile che si esca a far serata con gli amici.
E se da solo proprio non ci riesci, scrivimi e vediamo come affrontare la cosa. Un passo per volta. Un ostacolo alla volta.
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